19 marzo
In via Licinio Calvo viene ritrovata una terza auto utilizzata dai brigatisti nell'agguato di via Fani. Zaccagnini e Berlinguer, sui rispettivi giornali di partito, ribadiscono la linea della fermezza. All'Angelus Papa Paolo VI lancia un primo appello per la liberazione di Moro. A Milano si svolge una manifestazione per la morte di Fausto e Iaio.
La terza auto di via Licinio Calvo
Intorno alle ore 21 viene identificata ,sempre in via Licinio Calvo, un'altra auto utilizzata dai brigatisti nell'agguato di via Fani. L'auto, una 128 blu, è regolarmente parcheggiata sul lato sinistro della strada tra il civico 23 - 25. A pochi metri di distanza dell'altra 128 ritrovata la notte del 17 marzo parcheggiata invece sul lato destro.
La notizia è clamorosa e suscita da subito grandi polemiche. Errore macroscopico delle forze di polizia o rilascio delle auto dilazionato nel tempo per ordire una beffa e screditare le ricerche?
La tesi della beffa, anche se non in forma ufficiale, filtra dagli uffici della Questura in cui si assicura che la via nei tre giorni è stata controllata più volte.
Anni dopo, quando i brigatisti inizieranno a parlare, smentiranno qualsiasi tipo di beffa ed affermeranno che le tre auto sono state rilasciate contemporaneamente in via L. Calvo.
Il ritrovamento delle tre auto in via Licinio Calvo diventerà così uno dei misteri del caso Moro, dividendo l'opinione pubblica tra chi crede ai brigatisti e chi indica proprio in via Calvo una delle falsità più evidenti presenti nel racconto brigatista ( vedi Le auto di via Licino Calvo)
Gli articoli di Zaccagnini e Berlinguer
Sui giornali della domenica due sono gli aspetti della vicenda Moro che riempiono le prime pagine. Da una parte l’emozione di vedere la foto di Moro in mano alle Br ripreso sotto l’incombente drappo con la stella a 5 punte.
L’Unita sopra la polaroid con Moro titola “Un uomo torturato” scrive:
Dietro questa immagine, c'è un gioco ripugnante di ferocia e di cinismo, un pugno di fanatici manovrati da forze che stanno molto in alto, probabilmente anche al di fuori del nostro paese. (…) Guardate questa foto. E' l'immagine di un uomo che i suoi rapitori si ripromettono di martirizzare, in una di quelle tragiche farse cui danno il nome di processi (…) Osano persino, queste belve, scrivere nei loro messaggi la parola «popolo ». Che cosa c'entrano essi con il popolo? Il popolo e buono, e umano, e giusto. Il popolo si e raccolto ieri intorno alle bare degli agenti e dei carabinieri assassinati. Chiede di esser liberato dalle bande terroristiche. Vuole vivere, e progredire in pace.
La Stampa nel suo editoriale “Giudicato dagli assassini” afferma:
Col documento ci è giunta, e ci ha portato inaspettatamente un briciolo di sollievo, la fotografia di un Aldo Moro interamente padrone di se, «con la sua solita serenità e malinconia», ha detto uno dei suoi amici. Ha ragione Zaccagnini: questa foto «è un'esaltazione della figura morale di Moro».
Dall’altra, dopo 4 giorni dall’agguato di via Fani e, passato il primo sgomento, si tenta di esaminare la vicenda anche dal punto di vista politico. In questo senso spiccano gli articoli dei segretari dei due principali partiti della maggioranza Zaccagnini e Berlinguer
Nel suo editoriale sul Popolo dal titolo "Resistere alla sfida" Zaccagnini afferma;
Siamo chiamati al momento più difficile della nostra storia. Aldo Moro, per la cui sorte siamo in trepidazione, sta vivendo un momento terribile. Gli siamo vicini e tutti sanno con quale spirito (…) I sentimenti umani sono, io credo, facilmente comprensibili da tutti. Ma siamo anche un Partito democratico al servizio dello Stato e della liberta dei cittadini. Ed in questo momento, non solo il servizio non può interrompersi, ma viene richiesto al di la di ogni nostro umano limite. Viene richiesto e va offerto alla repubblica, alla Costituzione, alla democrazia. Certo, non avremmo voluto mai che il riconoscimento del ruolo democratico di Aldo Moro e della Democrazia Cristiana assumesse questo terribile volto. (…) La D.C. e anche in questa tragica ora punto essenziale di riferimento come paradossalmente riconosce lo stesso volantino delle Brigate Rosse per la salvezza della liberta è per fare il suo duro dovere affinché la Repubblica non si pieghi al terrorismo.
Contemporaneamente anche sull'Unità appare un editoriale di Enrico Berlinguer dal titolo “Unità e rigore”
Viviamo giorni gravi per la nostra democrazia. Abbiamo parlato di pericolo per la Repubblica. Non è un cedimento all'emozione, è un giudizio politico che parte dalla consapevolezza delle forze potenti, interne e internazionali, che muovono le fila di questo attacco spietato contro lo Stato e le liberta repubblicane (...) Il terrorismo e la violenza politica mirano a questo: a sostituire la presenza, l'iniziativa, la partecipazione, e quindi la crescita della coscienza politica di masse sempre più grandi di popolo, con la guerriglia di bande di fanatici a colpi di spranga e pistola. (…) E' giunto il momento di decidere da che parte si sta. Noi la scelta l'abbiamo fatto. Essa e scritta nella nostra storia. Il regime democratico e la Costituzione italiana sono conquiste decisive e irrinunciabili del movimento popolare, delle sue lotte, del suo cammino, non ci sono stati regalati da nessuno.
Il primo appello del Papa all'Angelus.
E' la domenica delle palme e Paolo VI, dopo un periodo in cui non e stato bene ed ha saltato l'appuntamento domenicale, torna ad affacciarsi in piazza San Pietro per la preghiera di mezzogiorno. Davanti alla folla radunata in piazza lancia un primo appello in favore di Aldo Moro "Preghiamo per l’onorevole Moro a noi caro, sequestrato in un vile agguato, con l’accorato appello affinché sia restituito ai suoi cari”
Il minuto di silenzio negli stadi di calcio.
Alle 14,30 si gioca l'ottava giornata del girone di ritorno del campionato di calcio. Su tutti i campi viene effettuato un minuto di silenzio per commemorare i cinque agenti della scorta di Moro uccisi in via Fani. Al termine un lungo applauso accomuna tutti i tifosi nel ricordo delle vittime.
Il minuto di raccoglimento allo stadio Olimpico durante il derby Lazio Roma.
Allo stadio Olimpico di Roma è in programma il derby Lazio – Roma. La partita si svolge in un clima surreale. Con una città in stadio di assedio, contrassegnata da posti di blocco e controlli a tappeto, i tifosi, complice anche il momento non entusiasmante delle due squadre, hanno preferito rimane a casa. Gli spettatori sono infatti molto meno rispetto al pubblico normalmente presente alle sfide cittadine. Il gioco mediocre (la partita finisce 1-1) rende ancora più triste quel pomeriggio senza sole.
La manifestazione per Fausto e Iaio a Milano.
A Milano si respira un'aria tesissima. L'assassinio dei due giovani del Centro Sociale Leoncavallo ripiomba la città nell'atmosfera buia del terrorismo. Dopo la notizia dell'omicidio buona parte della sinistra extra -parlamentare milanese ha passato la notte ad interrogarsi sul perché e sulle conseguenze di quell'atto. Un interrotto flusso di coscienze e andato in onda su Radio Popolare che subissata dalle telefonate ha aperto le linee agli sfoghi dei “compagni”. La frangia più estrema ha espresso la sua rabbia in altro modo. Ci sono stati cortei improvvisati con slogan contro la DC ed i fascisti, vetrine infrante, paletti divelti, un cantiere edile rapinato di badili e attrezzi. Il lancio di bottiglie molotov ha provocato l'incendio in due negozi. Centinaia di manifesti di solidarietà al presidente della DC e alla scorta sono stati strappati.
Il corteo, oltre 2.000 persone, che invece passa per via Mancinelli, è invece composto e silenzioso. Sul luogo dove sono stati uccisi Fausto e Iaio ci sono ancora le macchie di sangue. Sul muro grigio una scritta rossa « Cosi si muore a 18 anni nello Stato democratico », due bandiere delimitano un'ipotetica urna funeraria ricolma di garofani, rose, mimose. Li davanti le persone alzano il pugno chiuso, molti hanno gli occhi rossi di pianto.
A Roma un'analoga manifestazione indetta da Lotta Continua è stata vietata per motivi di ordine pubblico